Biennale dell’immagine – La sindrome della linea di confine

La decima edizione della ‹Biennale dell’immagine› tra Chiasso e Bellinzona ci invita a riflettere sui significati paradossali e sulle forme molteplici della nozione di “frontiera” e le loro ricadute sulle articolazioni delle nostre città. La rassegna permette l’esplorazione di spazi sconosciuti e di immagini disparate.

Cosa ci divide e cosa ci accumuna? Come integrare le differenze e come convivere sul territorio? Come si ripercuotono le molteplicità sociali e etniche nel tessuto urbano? La decima Biennale dell’immagine intitolata ‹Borderlines. Città divise/Città plurali› s’interroga su argomenti quanto attuali che ricorrenti: divisioni e collegamenti, frontiere e ponti, esclusioni e partecipazioni e spazia tra generi fotografici dal ritratto al paesaggio, dall’immagine architettonica a Google Street View. ‹Bi10› si spinge oltre Chiasso, passando dal Mendrisiotto fino a Lugano e Bellinzona in 26 luoghi tra musei, gallerie, librerie, biblioteche, studi di comunicazione e spazi autogestiti. Per riuscire in tempo utile a esperire le mostre dislocate, pare che la bicicletta combinata con i treni regionali della Tilo siano la metodologia vincente e per chi non fosse pratico della zona, si consiglia di fabbricarsi le mappe in anticipo.
A pochi passi dalla dogana tra Como e Chiasso, nella mostra ‹Al limite› nell’Ex-Bar Mascetti, l’artista italiana Paola di Bello dialoga con l’artista ticinese Giacomo Bianchetti sul tema del confine. Il drone di Bianchetti ha ripreso i flussi dei diversi punti di dogana, mentre Di Bello ha collegato gli edifici di qua e di là del confine in dittici accuratamente allineati. La riattivazione degli spazi abbandonati per eventi culturali a Chiasso è dovuta al progetto “Frequenze” che li segna con un punto arancione. Ponti e fiumi dividono e collegano come le frontiere: le immagini storiche della costruzione di tangenziali, sopraelevate e viadotti in Italia si ammirano nella biblioteca dell’Accademia di Architettura a Mendrisio e le fotografie del fiume Ticino di Massimo Pacciorini-Job a Giubiasco. La riflessione sulle città si articola in diversi lavori. Michael Wolf ci parla delle metropoli asiatiche immergendoci in delle immagini di facciate imponenti che formano delle sorte di texture infinite. I quattro fotografi Tasca, Scarano, Chietera e Mucchiut si sono avviati in un’esplorazione fotografica a Berlino, alla ricerca di tracce che ancora tradiscono la divisione ormai superata. Un contributo originale è quello di i2a sulle vetrate di una limonaia a Lugano: nel progetto ‹Immorefugee›, Defrost Studio ha documentato le diversissime forme di abitazioni create al campo di rifugiati, “La Giungla” di Calais e le presenta – non priva d’ironia – come se si trattasse di un’agenzia immobiliare. L’edizione 2017 è dispersiva nei luoghi, poco coordinata per date e orari, ma ricca di scoperte e di chicche inaspettate.



7.10.-10.12.2017

Chiasso, Lugano e altri luoghi in Ticino


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Kunstbulletin 12/2017

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