Tania Bruguera – La verità non è un’opinione

Nella sua prima retrospettiva italiana, l’artista cubana espone i visitatori a percezioni e fatti scomodi e dolorosi; e denuncia ingiustizia, censura e oppressione. Il compito dell‘arte è provocare un impatto diretto sulla società e partecipare a cambiarla.

Alla domanda se esiste una verità e se sì, in che cosa consiste, Tania Bruguera mi risponde: “la verità storica si costituisce di fatti realmente accaduti e non è da confondere con un’opinione o un’interpretazione personale”. Con questa dichiarazione, l’artista cubana spazza via in un colpo solo l’attenzione al punto di vista soggettivo del pensiero costruttivista, relativista e fenomenologico e afferma l’esistenza di un’oggettività assoluta, univoca e stabile. In effetti, se pensiamo ai cittadini che vivono in sistemi totalitari, a chi non dispone della libertà di pensiero e di espressione, ai rifugiati senza dimora, andare troppo nel sottile non aiuta. Ci vuole una posizione chiara e netta. Una presa di posizione che eviti ogni ambiguità e sfumatura. Per l’artista cubana, la vocazione dell’arte è di combattere le ingiustizie e di cambiare la società. La mostra , il cui titolo cita Hannah Arendt, è stata concepita 5 anni fa ed è stata rinviata per due anni per via del Covid. Le sei installazioni e performances di forte impatto interattivo scuotono il pubblico a livello percettivo, emotivo ed empatico. Attraverso un cancello, vediamo un attore che legge ad alta voce “L’origine del totalitarismo” di Hannah Arendt. La lettura si trasmette tramite altoparlanti orientati verso l’esterno del museo, ed accoglie i visitatori. La bandiera europea di fianco, nella quale le stelle sono state legate tra loro con un filo spinato altrettanto giallo, è stata ricamata da superstiti di Auschwitz e Mauthausen e dai loro figli. In una stanza completamente buia, i suoni dei passi militari e del caricamento di mitragliatrici sconvolgono chi entra: di colpo si accendono delle luci abbaglianti da sorveglianza. Prima di entrare nella , invece, ai visitatori viene impresso un numero rosso sul polso – corrisponde al numero di persone che hanno attraversato il mare questo anno. Un odore penetrante di mentolo pervade l’atmosfera e fa lacrimare chi entra. Un operaio leviga una copia dell’insegna “Arbeit macht frei” della porta di Auschwitz. La sta lucidando o la sta distruggendo? Dietro due bare nere la scritta sulla finestra dice: “That the United Nations will transform Israel and Palestine into a single nation for immigrants of the world”. Tania Bruguera provoca, scuote e si fa arrestare. Tania Bruguera s’impegna, difende i diritti dei più deboli e propone delle soluzioni concrete per un mondo migliore. Sembra che venga ascoltata: figura tra i 100 artisti più influenti a livello internazionale.



27.11.2021-13.2.2022
Installation
PAC Padiglione d’arte contemporanea Milano


Published in
Kunstbulletin 1-2/2022


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